Academia Albertina w Torino

WłochyAcademia Albertina

 

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🕗 godziny otwarcia

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8, Via Accademia Albertina, 10123, Torino, Città Metropolitana di Torino, IT Italia
kontakt telefon: +39 011 089 7370
strona internetowej: www.pinacotecalbertina.it
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Latitude: 45.0673325, Longitude: 7.6894776

komentarze 5

  • it

    Ismaele Santinon

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    La mostra permanente è molto interessante, inoltre vengono fatte regolarmente mostre temporanee molto belle. Si entra gratis con la tessera musei. Da visitare

  • Roberto Salemi

    Roberto Salemi

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    Bellissima struttura nel centro storico di Torino. Visitata in occasione di una laurea...sia il cortile interno che la sala dove si è svolta la laurea non sono eccelse...ma l'ingresso è davvero monumentale.

  • Giuseppe Bracco

    Giuseppe Bracco

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    Luogo interessante ,location in stabile d'epoca. Tele ben esposte, vale la pena di ritagliarsi un ora per la visita. Poco conosciuto, occorre maggior pubblicità.

  • Pietro

    Pietro

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    ho visitato diverse volte la piccola pinacoteca e ci son tornato di recente in occasione di due interessanti mostre. il museo, che si trova in una traversa di Via Po, è al secondo piano del complesso che ospita anche l'omonima Accademia. occorre suonare il campanello per farsi aprire. è molto piccolo. si compone di 14 sale che espongono una decina di quadri con qualche scultura ciascuna ad eccezione della sala dei cartoni. Le prime cinque sale sono dedicate ai dipinti della collezione Mossi di Morano, che consentono di avere una piccola panoramica del periodo che va dal 1400 al 1700. vi si trovano artisti del Quattro-Cinquecento di scuola fiorentina e piemontese, caravaggeschi, fiamminghi e italiani del Seicento e paesaggisti del Sei-Settecento. la sesta sala è dedicata alle copie di quadri celebri di Caravaggio, Reni, Rubens. le successive 4 sale sono destinate alle opere di maestri e allievi dell’Accademia torinese del Settecento e del primo Ottocento e ad altre importanti donazioni e acquisizioni. la sala dei cartoni espone come dice il nome stesso i cartoni preparatori per la successiva realizzazione dei quadri realizzati da artisti come De Ferrari, Lanino e Giovenone. seguono un corridoio con una decina di vedute di Venezia e le ultime due sale destinate a mostre temporanee. in particolare adesso, e fino al 2 aprile, si possono qui vedere 45 quadri e disegni del pittore nato in Inghilterra ma vissuto a Torino Venanzio Zolla. si tratta per lo più di ritratti, in parte di membri della sua famiglia, di nature e morte e di scorci cittadini e paesaggi inglesi, parigini e veneziani. un pannello informativo ben fatto e semplice riporta la sua biografia mentre un video di 3 minuti mostra foto del restauro di 3 quadri esposti nella seconda sala. ancora più interessante si presenta a mio avviso l'altra mostra, che si snoda attraverso le prime 10 sale del museo. si tratta di un omaggio al fotografo colombiano Leo Matiz, di cui in biglietteria è possibile leggere i due pannelli con la sua biografia, forse un pò prolissi e resi faticosi dalla forma tonda. nelle prime sale sono esposte 24 foto realizzate agli inizi degli anni 40 alla pittrice messicana Frida khalo. sono veramente belle! di lei si può leggere una succinta biografia nella prima sala del percorso espositivo. seguono 37 foto, a cui se ne aggiungono 4 o 5 presenti sulle scale di accesso alla pinacoteca, dedicate al villaggio di Macondo, dove Garcia Marquez prese spunto per il suo romanzo Cent'anni di solitudine. si possono vedere persone comune, bambini, lavoratori delle piantagioni di banane. a completare l'esposizione è un video della durata di circa 30 minuti in cui Matiz racconta episodi della sua vita. è sottotitolato in italiano. resterà allestita fino al 3 giugno. la visita alla pinacoteca richiede circa un'ora e mezza. due se si vuole vedere il video di Matiz per intero. il biglietto costa 7€, gratis con abbonamento musei. nella stanza a sinistra rispetto alla biglietteria, fino al 1° maggio, è allestita una piccola mostra che fa da appendice a quella appena conclusasi all'Accademia delle scienze dal titolo "infinita curiosità". è dedicata in particolare alla figura del fisico Tullio Regge e al suo amore per il disegno. alle pareti di un cubo che rappresenta le scatole da lui costruite e utilizzate sono esposti una quarantina di suoi disegni realizzati al computer negli anni 90. su una parete è esposta la sua scrivania, con i computer. su uno schermo un video di 4 minuti mostra alcune di queste creazioni mentre all'interno del cubo si può vedere una delle scatole in legno da lui costruite contenente i fili di ferro con cui realizzava le sue opere tridimensionali. oltre il cubo è posta un'altra sua creazione: una poltrona a forma di ciambella. si può infine, pedalando su una bicicletta, entrare in 5 delle sue elaborazioni grafiche, simili a mondi onirici. 7 brevi pannelli spiegano cosa si vede e il rapporto di Regge con l'arte del disegno. questa mostra richiede circa 20 minuti. consigliatissima la visita!!

  • Ma Bo

    Ma Bo

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    Nella prima metà del Seicento esisteva a Torino una "Università dei Pittori, Scultori e Architetti" che nel 1652 diventerà la Compagnia di San Luca. È nel 1678 che la "Compagnia" prende l'appellativo di Accademia grazie a Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, vedova di Carlo Emanuele II, la quale ispirandosi alla "Académie Royale de Paris" la trasforma nella "Accademia dei pittori, Scultori e Architetti" di Torino[1]. La costituzione della Reale Accademia di pittura e scultura nel 1778, a un secolo di distanza dalla prima fondazione, fu tra i primi avvenimenti che inaugurarono il periodo delle riforme del regno di Vittorio Amedeo III sotto la spinta di una politica di promozione e di aggiornamento culturale. Nel 1833 Carlo Alberto, particolarmente sensibile all'arte, rifonda la vecchia accademia dandole il nuovo nome di "Regia Accademia Albertina"[1]. L'Accademia si trasferisce nel nuovo palazzo donato da Carlo Alberto, e si crea una pinacoteca con scopi principalmente didattici. Molti dipinti furono donati dal marchese Monsignor Mossi di Morano, tra cui una preziosa pala d'altare di Filippo Lippi[2]. Molto rapidamente la pinacoteca si arricchisce fino a diventare un rilevante patrimonio museale, un'importante gipsoteca e una vasta biblioteca, che raccoglie accanto a volumi preziosi, stampe, disegni e fotografie di valore inestimabile. Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento l'Accademia è all'avanguardia nella transizione fra il realismo e le nuove correnti artistiche. Fra gli artisti di maggior prestigio i pittori Antonio Fontanesi, Giacomo Grosso e gli scultori Vincenzo Vela, Odoardo Tabacchied Edoardo Rubino. Una nuova svolta artistica, con artisti di grande reputazione, si produce negli anni Quaranta, grazie al lavoro di pittori come Felice Casorati, Enrico Paulucci, Francesco Menzio e scultori come Sandro Cherchi, incisori come Mario Calandri[1]. In questi ultimi anni l'Accademia ha riorganizzato e riaperto al pubblico la preziosa Pinacoteca, intensificato l'attività espositiva con un accento particolare sulle conferenze e seminari, e una ristrutturazione delle iniziative didattiche con l'introduzione di un corso di "Conservazione e restauro". Tra i suoi professori: gli artisti Marco Cingolani, Franco Fanelli, Stefano W. Pasquini, Claudio Pieroni e gli storici dell'arte contemporanea Luca Beatrice, Martina Corgnati, Guido Curto, Maria Teresa Roberto.

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